In aggiunta alla pensione principale, esiste la possibilità di richiedere un’ulteriore pensione supplementare in base ai contributi versati all’AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria), quando questi ultimi non sono sufficienti per raggiungere il diritto di un’autonoma prestazione pensionistica.
Di cosa si tratta?
La pensione supplementare è prevista dall’Inps. Spetta a quei lavoratori che nel corso della propria vita hanno svolto differenti attività che abbiano dato luogo a posizioni assicurative diverse, con fondi pensione diversi.
È un importante prestazione economica, disponibile se i contributi versati non riescono a raggiungere il diritto a un’altra prestazione pensionistica. A differenza del supplemento di pensione, è un trattamento differente, calcolata separatamente dalla pensione principale e del tutto aggiuntiva.
A chi viene riconosciuta
Può essere richiesta dai titolari di un Assicurazione Generale Obbligatoria e dai titolari di una pensione a carico di fondo assicurativo. È concessa anche ai famigliari superstiti dei lavoratori, ai titolari di assegni vitalizi concessi in sostituzione alla pensione e in alcuni casi anche ai lavoratori autonomi.
Sono richiesti alcuni requisiti fondamentali:
- Bisogna aver versato nell’Assicurazione Generale Obbligatoria almeno un contributo mensile o settimanale;
- Aver cessato un rapporto di lavoro dipendente;
- Compiuto l’età minima pensionabile;
Quando viene erogata
È erogata dall’Inps al raggiungimento dell’età pensionabile. Dal 1 gennaio 2019 è pari a 67 anni.
Ammontare della pensione supplementare
L’importo è calcolato con il sistema contributivo, ed è proporzionale ai contributi versati, rivalutati e trasformati in assegno con un coefficiente di trasformazione corrispondente all’età del richiedente.
La domanda per la pensione supplementare può essere presentata solo tramite un apposito servizio per via telematica offerto sul sito dell’Inps. Se necessario, esiste anche l’ausilio di alcuni intermediari autorizzati, come i patronati.